FRATTALI

           (quando il Desiderio si ammala)

 

 

Quanto per noi è strano!

Nella nostra realtà interiore, così come in ogni altra realtà, ogni frammento di verità vive accanto ad altri frammenti, frattali che rimandano a infiniti “distingui” e a molteplici condivisioni e sovrapposizioni… quant’è vera la distanza fra amore e odio, eppure, quanto vicini l’uno all’altro essi sono!

Ma, più in profondità, questo non è poi davvero strano, è solo la realtà di ogni realtà… sta a noi, ogni volta, saperci posizionare: dove, con chi… ?

Gli estremi si toccano, sta a noi toccare la vita come scegliamo di voler fare, passando per tutti gli intermedi…

In fondo, della Verità non abbiamo che farcene, quando per noi essa non rappresenti più concreto stimolo di piacere, che guidi il nostro processo di ricerca personale, del bello da vivere e da fare evolvere, nella maniera più sana in cui desideriamo.

In terapia, dai tanti riscontri clinici, mi accorgo come sia facile ammalarsi proprio per questo, cioè quando il piacere dà la sua direzione ad un desiderio divenuto malato… in molti di quei casi la persona dovrà curare allora il suo Desiderio divenuto “bramosia”: sostenuto dall’ avidità e dal controllo che spasmodicamente esercita su tutti e su ogni cosa, la persona non desidera più, ma brama la sua stessa hybris.

Allora, l’originario oggetto del desiderio viene assorbito e annullato dal meccanismo del “tutto o niente”, dentro il quale impossibile diventa maturare una posizione, uno stare, una direzione verso cui tendere per realizzare davvero l’incontro con ciò che la persona dice di desiderare.

Il pensiero, che collassa nel conflitto competizione/frustrazione riassume, in questa scomoda posizione, la migliore sintesi di quel “tutto o niente” che, accanto a “amore/odio”, rappresentano bene il circuito vizioso entro cui ogni sana processualità, senza lo iato del desiderio “tra” me e l’altro, muore.

La terapia, sarà qui mirata a ridare al paziente il senso di se stesso e del proprio desiderare, per restituirgli la fiducia nelle sue possibilità e capacità di poter realizzare le sue aspettative, insegnandogli l’impegno, la soddisfazione, la responsabilità, ma anche il sapere affrontare gli imprevisti e le difficoltà, tollerare e superare stress e frustrazioni… reintegrandolo nella sua vita, fornendogli la possibilità di rifondare premesse più vere e realmente di mondo!

Un percorso di cura coincide anche con il riattivare una più agile capacità della sua mente di rispondere al desiderio sano, quando ne solleciti la sua spinta propulsiva verso le realtà da toccare.

La mente, messa nelle condizioni di dispiegare il suo naturale flusso costruttivo e creativo, saprà poi superare blocchi, difese e start ripetitivi e limitanti, che si sono creati laddove un’ansia, una difesa assunta e ripetuta per tanto tempo, o una idea sbagliata che si è voluta coltivare di se stessi e degli altri, ha creato una interruzione e una deviazione dal naturale flusso desiderante.

Molte volte in maniera del tutto inconsapevole.

Per prevenire il rischio che il nostro desiderare possa ammalarsi dobbiamo avere a cuore realmente ciò che custodiamo nel nostro desiderio e non soltanto il desiderio in sè, pieno di noi, e vuoto del suo oggetto; tanto abbiamo anche da imparare sul nostro concetto di amore e su come saper costruire una relazione sana e felice.

Dovremmo, allo stesso tempo, bandire dalla nostra vita tutti i simulacri che, così camuffati, mettiamo nel nostro cammino, per impedirci di procedere davvero.

Scegliamo di desiderare, con passione e coraggio, di voler calpestare il nostro suolo: mentre avanziamo, ascoltiamo il nostro incedere in esso con il peso che vogliamo dare al nostro passo; e alle nostre orme, che vi lasceremo.