DISTURBI DELL’UMORE:
DEPRESSIONE E DISTURBO MANIACO-DEPRESSIVO ( BIPOLARE)
Ansia, paura, chiusura evitante, alterata percezione della realtà, assieme ad altri importanti fattori, quali quelli relazionali, situazioni e disagi specificatamente contestuali, nonché altri fattori biochimici, genetici, sensibilità ereditaria, possono favorire l’insorgere della patologia Bipolare, altrimenti classificata come “Disurbo Maniaco-Depressivo”.
E’ un disturbo grave e subdolo, spesso sottovalutato e non riconosciuto inizialmente né dalla persona che ne è affetta, né da parenti e familiari, in quanto al suo esordio le manifestazioni riguardano l’espressione di diversi sentimenti ed emozioni, modi di fare e di reagire che, seppure non proprio abituali per la persona, vengono per lo più catalogati come normali e occasionali momenti di stress: dal versante maniacale si evidenziano litigiosità, distrazione, irritabilità, il mettere continuamente a rischio di rottura le relazioni fin lì più importanti, fare spese eccessive, inconsueta disinibizione sociale e sessuale… e. dall’altro versante, quello depressivo, predomina una persistente e profonda tristezza di fondo che appiattisce e livella tutto, disinteresse generalizzato con improvvisa perdita di interesse per tutto ciò che costituiva una fonte importante di interesse e di piacere, disturbi del sonno e dell’appetito, rallentamento motorio, difficoltà di concentrazione e disturbi della memoria, ideazione rallentata e impoverita, con pensieri di colpa, rovina, malattia, spesso di morte… e purtroppo, la fase depressiva in un soggetto ammalato di disturbo bipolare può raggiungere una tale gravità da portare la persona al suicidio.
LO STRUTTURARSI DEL CIRCUITO PATOLOGICO
L’aspetto che qualifica l’essenza della patologia nel Disturbo Maniaco-Depressivo è proprio la perdita della normale stabilità dell’equilibrio umorale e affettivo di fondo che, invece, così come avviene nel normale e sano funzionamento, anche quando attraversiamo momenti e stati d’animo diversi, sempre ci consente, comunque, di mantenere la percezione della nostra stabilità, attraverso un più unitario, per quanto dinamico, “colore” affettivo di fondo, che possiamo sempre e comunque riconoscere come appartenente a noi, e che ci restituisce sicurezza e buon equilibrio, fisico, psichico e di relazione.
Qui invece, la persona, altalenando tra depressione e stati di eccitazione più o meno maniacali, attraverso ribaltamenti compensatori tra l’una e gli altri, cerca ogni volta di ricomporre la stabilità di un equilibrio impossibile da raggiungere e da mantenere.
Registra invece continui passaggi bruschi del suo tono di fondo, che accentuano sempre più una profonda instabilità del pensiero e del comportamento, e provocano sentimenti di depersoinalizzazione, percezioni alterate di sé e della realtà: la persona che si è ammalata, infatti, senza una necessaria, adeguata terapia, farmacologica e psicologica, nulla sa di sé… nella inconsapevolezza di uno stato di malattia, sempre più si estranea da sé, dal mondo… avvicinandosi pericolosamente alle condizioni di più grave patologica psicotoca, e a concreti rischi per la sua salute, che contemplano, in alcuni casi più disperati, anche la commisione di suicidio.
La Terapia, nel caso del Disturbo Maniaco Depressivo risulta particolarmente lunga e complessa: essa deve comprendere, necessariamente, un intervento farmacologico per gli aspetti neuronali afferenti alla funzionaità dei neuritrasmettitori cerebrali; inoltre è necessaria una terapia che “educhi” la consapevolezza di sé del paziente, per riconoscersi e comprendere il funzionamento dei suoi sintomi, per acquisire capacità di gestione e modalità di reazione diverse, rispetto alle dinamiche relazionali e situazionali che ha imparato ad assumere e che risultano facilitanti l’insorgenza patologica: un automonotoraggio che gli restituisca il potere di gestione dei sintomi senza lasciarsene travolgere e senza pardere il senso di sé e della realtà in cui egli vive… anche per comprendere quando occorre che egli chieda aiuto nei momenti depressivi o maniacali più profondi e a rischio di comportamenti non sani.
Risulta inoltre opportuno affiancare la terapia individuale a terapia di coppia e/o familiare, per attenzionare particolari dinamiche interne, affettive o di comunicazione che possano risultare disfunzionali, per integrare positivamente la persona nei suoi contesti e consentirle di riconoscere e di attingere alle risorse umane disponibili, permettendo anche ai familiari di avere una buona comprensione di quanto accade al suo caro, specie nei momenti in cui le alterazioni dell’umore debbono in loro far innalzare i livelli di guardia e di vigilanza.
SCHEMA DI STRUTTURA