L’ AMORE FELICE: QUANDO?

                             

 

  • QUALE AMORE

Abbiamo “bisogno” di innamorarci: la ricerca della  nostra più piena realizzazione coincide con il nostro bisogno di amore.

Questo bisogno fondamentale, cioè il desiderio di contatto e di maggiore intimità con l’altro, sono presenti nell’uomo fin dalla sua origine, anche nel bambino molto piccolo e prima della sua nascita.

E’ proprio il corpo del neonato che inventa dei modi per sedurre l’altro, ma noi non sappiamo, e non sanno gli scienziati, cosa avviene prima della nascita… perciò si fa un po’ fatica a comprendere.

Le scienze umanistiche, la medicina, i riscontri clinici e gli studi sperimentali del  settore ci hanno comprovato come ogni nostro scambio, cioè ogni nostro rapporto dare/avere che avviene con l’altro,  è indispensabile per costruire la nostra psiche:  per la costruzione della nostra identità, cioè per  riconoscerci, contemporaneamente, nella percezione che abbiamo  di noi stessi, e di noi in relazione con gli altri.

Dovremmo saper accogliere l’amore  come una condizione preliminare che meglio di ogni altra ci avvicina alla comprensione della nostra realtà esistenziale, cioè del  fondamento che dà senso alla nostra vita, perché  l’amore, anche se spesso viene frainteso, è sempre esistito, nasce con l’uomo, e l’uomo nasce assieme agli altri uomini, per condividerlo e scambiare con i suoi simili questo bene prezioso.

Ma, parlare di Amore apre scenari diversi, e  questo spesso ci disorienta… di quale Amore stiamo parlando?

 

  • AMORE E INNAMORAMENTO

Chiediamo aiuto ai nostri Padri: in Grecia pre-classica  “ Eros” era il dio  che generò tutte le stelle del cosmo,  una specie di legame tra le cose, l’energia, la spinta a crescere degli organismi viventi.

Tuttavia, in seguito,  nella Grecia classica, Eros venne poi trasformato in altro: divenne la rappresentazione banalizzata del paffuto fanciulletto Cupido, e con lui nacque il culto dell’amore sempre pronto a scattare, allo schioccare della freccia…

Questa idea, sostenuta dalla suggestiva icona di Cupido,  fornirà molti imput  che hanno favorito il maturare, in seno alle moderne società, di atteggiamenti e modi di essere superficiali ed opportunistici: ancora oggi, coerentemente alle nuove necessità poste in essere dalle moderne società post-industriali, globalizzate, informatizzate…  si tende a dirigere sempre più ogni sforzo alla  conquista dei propri risultati finali, scopi e  obiettivi, mediante l’ausilio di una intelligenza che viaggia veloce , attrezzati da  abilità che vogliamo siano pratiche, svelte, sempre pronte… ciò di per sé è certamente un bene… tuttavia,  spesso ciò avviene a scapito di una più meditata e approfondita ricerca di consapevolezza, che goda della vicinanza  con la profondità di un più saggio sapere…

“Il mondo va di fretta”, ci ripetiamo continuamente; ed anche in amore, così come in ogni altro campo del nostro vivere quotidiano, ogni appassionante avventura di ricerca  viene troppo spesso sacrificata in nome del mito del “Tutto e subito!” che accompagna lo schiocco fatale del prodigo Cupido. Oggettiviamo così il nostro sentimento di amore e la stessa persona amata.

Ci dimentichiamo però che Eros è sì legame, spinta, forza primordiale…  ma anche adattamento, resistenza,  il gesto o il pensiero che hanno bisogno di maturare le giuste condizioni, prima ancora  di ciò di cui permette l’esistenza: Eros è ciò che permette la nascita di tutto l’esistente e che tutto anticipa entro il continuo processo di maturazione proprio delle condizioni che ne premettono l’esistenza.

Dovremmo perciò imparare a non rimanere inerti davanti a tanti condizionamenti sociali, quando questi alimentano in noi atteggiamenti e pensieri di scarsa consapevolezza… soprattutto in amore.

Perché, in mancanza di una educazione all’amore, in un senso o nell’altro, l’amore   viene spesso frainteso,  oppure esso spesso rimane un tabù: così, ad esempio, dentro il concetto amore/sesso, bisogna ristrutturare molto e costruire altrettanto molto.

L’amore felice è quello che viene vissuto in maniera profonda, integra, coincide proprio con la capacità di essere felici. Felici con tutti gli alti e i bassi che sono della vita.

Nel frastuono delle nostre vite, guardiamo invece al fenomeno dell’innamoramento come ad un epifenomeno: un momento “eccezionale” che di tanto in tanto attraversa la nostra vita.

Viviamo quella eccezionalità, come un  momento singolare di discontinuità dal nostro quotidiano, traendone una sorta di turbamento o di euforia che accompagnano l’inattesa, sconvolgente allucinazione .

In realtà, come sopra detto, “Amore” è sempre posto  a Fondamento del nostro esistere, ed è già prima della nostra nascita, questo innamorarsi è già prima anche nel neonato, appena viene al mondo egli  cerca il contatto, cerca la vita.

Per ciascuno di noi,  Amore è molto di più che l’innamorarsi di una singola persona: è il collante che consente la condivisione di una essenza profonda, che ci lega  gli uni agli altri e tutti insieme, come specie umana, alla vita: dovremmo innanzitutto essere sempre  innamorati della vita…

L’amore perciò è molto più vasto rispetto al pensiero che debba essere tutto incentrato su una singola persona;  se ce ne ricordiamo, possiamo tuttavia accogliere l’ idea della sua frammentazione come un bene: è una idea che in definitiva ci è necessaria in quanto consona alla nostra natura di esseri umani che, se e in quanto innamorati, possiamo  portare sulla persona che abbiamo scelto, il nostro  amore  concreto e dedicato.

Difatti, nel nostro pensiero e nella nostra esperienza, in prossimità al nostro essere individui, l’innamorarci della persona a cui dedichiamo il nostro sentimento concretizza la nostra più bella e profonda realizzazione, che sempre vogliamo ci oltrepassi almeno un po’… è la nostra necessità personale: una maniera naturale e necessaria dell’Amore di frantumarsi, per poter essere vissuto da noi, nel più profondo benessere per noi possibile.

Innamorarsi è la nostra ricchezza, è un modo che ci rende forti, profondi.

Così, ispirati e proiettati sempre verso Amore, viviamo da innamorati.

Anche quando, così come a volte avviene,  l’essere innamorati ci fa  soffrire, perché quell’amore non è come lo vorremmo, o perché fatichiamo a trovarlo… ma sempre, non dimentichiamolo,  la distinzione tra amore e innamoramento, tra amore e passione, Amore e sofferenza, esiste solo come  Amore a diversi livelli, che appartengono tutti all’Amore.

 

  • AMORE, FELICITA’, PIACERE

L’innamoramento vissuto bene,  che dà felicità, rappresenta una delle nostre più alte virtù: sempre possiamo migliorare il nostro modo di amare.

Se non caliamo l’amore di coppia, l’innamoramento tra due persone, dentro questo contenitore virtuale, che è “Amore”, e che coincide con la vita e con tutto l’esistente, avremo impoverito la nostra idea di amore, e la avremo depotenziata già in premessa, prima ancora di ogni innamoramento possibile.

Non dovremmo perciò  dimenticare che Eros è sempre…se  non siamo innamorati della vita potremmo non rendercene conto, essere pessimisti, rifiutarlo, negarlo… ma questa spinta c’è sempre e comunque, poiché l’Amore è per noi, esseri umani, un Fondamento.

Ed è perciò anche la più bella felicità per noi possibile, quella che sempre cerchiamo: Amore fa rima con Felicità.

Gli amori, così come le felicità che possiamo vivere sono tanti ma, essenzialmente, in ogni istante della giornata la “Felicità” che può essere raggiunta è una sola,  la Felicità come un posizionamento di partenza, che ci fa desiderare di vivere le tante felicità: bisogna infatti desiderarle, sceglierle, ridefinirle continuamente in aderenza alle diverse realtà che viviamo, sempre  tra noi e gli altri, tra noi e il mondo… essere innamorati della vita vuol dire nutrire il desiderio etico di voler essere felici e voler perseguire sempre le tante felicità che possiamo vivere.

Il piacere che tale desiderio di Felicità ci procura è, di per sé, realizzante in gran parte le felicità che cerchiamo: vivremo così la più bella e possibile Felicità mentre desideriamo realizzarla, attraverso le tante concrete felicità che via via ci procuriamo…  e che ci danno piacere.

Anche i piacere sono tanti, e la loro condizione di realizzazione sta nel fatto che abbiamo già saputo conoscere e godere del  Piacere  delle felicità che abbiamo vissuto: è lo stesso  Piacere che perciò cerca avanti a sé  altri piaceri, per altre felicità da vivere e da realizzare.

Siamo abituati a pensare al Piacere come ad un egoismo, invece  esso è una spinta che serve per realizzare; è sempre piacere già vissuto, che cerca altro piacere attraverso desideri sempre nuovi da realizzare…è il funzionamento della nostra psiche, della nostra fisiologia.

Amore, Felicità, Piacere costituiscono pertanto una triade fondamentale, dove i tre elementi si rincorrono e si rinforzano reciprocamente, per realizzare al meglio la meravigliosa avventura del saper vivere, che è propria dell’uomo.

Accogliamo perciò l’Amore come una possibilità di vita: è bello  desiderare essere aperti, disponibili, perché l’Amore è prima dell’innamoramento, prima della nostra nascita, dobbiamo desiderarlo con coraggio, con Eros, con apertura interiore, viverlo in modo circolare, cioè nello scambio profondo… ed avere al contempo la capacità di innamorarsi: cioè di dedicarlo a chi amiamo e di portarlo addosso, mantenendo la corporeità, l’intensità e la luce dell’Amore… per condensarlo in felicità  e nel piacere della felicità.