DISTURBO COMPULSIVO, FOBICO OSSESSIVO

 

DA FOBIA ASPECIFICA A DIFESA CRISTALLIZZATA, SEMPRE ASSOCIATA ALL’ANSIA, CHE SI VA CRONICIZZANDO COME COAZIONE  A RIPETERE: UNO DEI POSSIBILI ESITI E’ IL DISTURBO FOBICO-OSSESSIVO, COATTIVO

La Difesa dell’Evitamento fobico, a lungo ripetuta, e sempre risultante inefficace, nei percorsi ove avanza crea la malattia:  fa cristallizzare intorno a sé grappoli di difese altre, diverse e secondarie, che veicolando emozioni relazionali e comportamenti disturbati, omologano e appiattiscono aspetti e sfumature della personalità, e creano un “picco” clinicamente  problematico  intorno all’area della crisi, che qualifica la persona all’interno della specifica configurazione psicopatologica    “FOBICO- OSSESSIVA”. 

IL CIRCUITO PATOLOGICO  SI STRUTTURA

La tensione psichica va fissandosi su elementi specifici e particolari, cui la persona attribuisce significati negativi precisi ed irrazionali.

Il pensiero, bloccato sul punto in cui torna sempre a battere, richiama a sé una ansia che lega strettamente a sé l’emozione negativa di rimando: sarà, di volta in volta,  ansia da controllo, ansia di presenza, della fine, di abbandono, di colpa o di offesa .

Il pensiero non scorre più fluido e si inceppa fino a   ripiegarsi su se stesso, chiudendosi in una attività ruminativa, clinicamente OSSESSIVA.

Infatti, il disturbo ossessivo non evita più, come nelle fobie, situazioni, relazioni ed oggetti di realtà concretamente presenti nella  vita della persona che ne è affetta: il pensiero ossessivo soffre adesso al suo stesso  interno dell’avere procurato a sé la minaccia di ansia e di pericolo, come  di un incubo da cui la persona non riesce più a liberarsi.

La persona affetta da ossessione, pertanto, nonostante i sempre ripetuti tentativi, non riesce ad evitare di tornare sul quel pensiero su cui ha fissato  emozioni e significati  negativi ed irrazionali che ha costruito.

La coazione dirige forzatamente tutta quanta la persona: compulsivamente essa ritorna su quel pensiero, cercando di ritrovare una via di uscita che però, dentro l’esiguo spazio ideativo che ha predisposto, non può trovare: là dentro c’è spazio solo per quell’ unico pensiero… su quel pensiero rimbalza sempre, non riuscendo ad accettare di cedere  al suo sorpasso e di riconoscersi uguale agli altri.

La persona, infatti, mentre avverte su di sé la propria costrizione, ingaggia una sfida impossibile poiché, mentre soffre dall’essere  assorbita totalmente e involontariamente dall’ansia provocata dal rimbombo di quel pensiero sempre presente a capofila di altri che seguono,   inconsciamente vorrebbe averla vinta: mentre continua a perdere, a stare male e a rimbalzare su se stessa, ossessivamente non riesce a cedere… e risolvere!

E il circuito continua…

SCHEMA DI STRUTTURA