Rapporto di coppia: regole spicciole per una buona sopravvivenza  

Chi è l’innamorato? Il vero innamorato sa  lasciarsi andare e al contempo rimane integro, non diventa sciocco, ipercondizionato, fragile… è innamorato e mantiene il suo potere, il suo equilibrio.

Ognuno cerca l’amore con le proprie maschere; ma perchè dovremmo caricare la persona che abbiamo davanti di tutta la nostra sfiga, ansia o come se fosse un oggetto da non perdere?

Bisogna invece creare le condizioni, via via, per fare accadere l’amore, che non è neanche una cosa soggettiva, come se fosse l’occasione della nostra vita, ma qualcosa che avviene sempre tra noi e l’altra persona.

Dobbiamo essere eleganti, sapere contenere noi stessi, altrimenti oggettiviamo prima o poi l’altro, tutto: gli oggetti si manipolano, si posseggono, si controllano, si buttano via… le persone no!

Ecco alcuni, indispensabili, ingredienti  per un felice ménage:

1- Reciprocamente  desiderare la realizzazione del Piacere dell’altro

E’ questo il principio-base  per l’amore che funzioni tra due persone;  è anche  il sapere vivere quel piacere come fosse il nostro, pur sapendo che magari è diverso dal piacere che vogliamo per noi, e quando  quel piacere non danneggi gli altri.

L’amore di coppia  ha senso solo se  favorisce la felicità di entrambi: se il rapporto di coppia non rende entrambi più felici rispetto allo stare da soli, va curato e trasformato. Subito.

La soluzione di stare assieme, sposarsi, non aiuta di per sè a vivere una relazione più profonda: può servire inizialmente per vivere più serenamente, ma se è un accomodamento, abbastanza presto creerà molte difficoltà.

2-Ingranaggio minimo

Spesso, alcuni aspetti che attengono alle necessità del nostro quotidiano sono particolarmente pressanti, fastidiosi ed invasivi rispetto agli altri spazi della nostra vita… si ripetono incessantemente come da consuetudini oramai sedimentate, e formano degli “ingranaggi” che, seppure necessari, dovrebbero comunque mantenersi entro confini possibili e rinegoziabili.

Li percepiamo invece come scontati, necessari, improrogabili, assegniamo  a tutti la stessa importanza ed urgenza… non dovrebbero diventare così stringenti da limitare i nostri desideri, i nostri sogni, la nostra crescita.

E’ importante riconoscere quando  cadiamo dentro il nostro ingranaggio, quando esso  non è più “minimo”, come è bene che sempre sia.

Spesso non sappiamo dirigerlo e organizzarlo, ma ciò per noi può anche diventare un alibi che copre noie, abitudini passive, desiderio insano di sottrarsi a se stessi e agli altri.

 3-Patti espliciti o impliciti?

Ci diciamo spesso che è bene fare dei patti, espliciti, dirsi le cose e concordare i desideri dell’uno e dell’altra: che lui non ti tradisca, che lei faccia in quel modo…

Ma forse non è sempre così. O non basta.

Bisognerebbe dirselo… ma a volte non sappiamo neanche noi come lo vogliamo quell’amore.

A volte dobbiamo scoprirlo piano piano, insieme…  e oltre al detto, dovremmo sviluppare la sensibilità di sapere intercettare il disagio dell’altro appena  questo si delinea all’orizzonte del nostro rapporto, e sapere cogliere anche il nostro, se ci sta covando dentro.

Occorre anche presenza, attenzione, amore. Dobbiamo far funzionare la nostra intelligenza e la nostra sensibilità per aiutarci a cogliere il problema ai primi suoi sintomi: gestire un potere personale che è nella nostra capacità di intercettare il problema, di  sapere intervenire e di risolvere in fretta.

4-sincerità sempre?

Spesso gli innamorati litigano su questioni di sincerità: ognuno ripetutamente, e inutilmente,  chiede all’altro: “ Dimmi la verità!”

Ma nessuna verità può placare l’animo pieno di sospetti, di diffidenze, di ostilità… perché ogni “precisa verità” si smonta sul piano delle interpretazioni e delle posizioni contrastanti dei due litiganti.

Allora, è  meglio l’onestà con se stessi.

Se non c’è una coerenza interna, problematizziamo il rapporto, cerchiamo sempre un luogo, da cui veniamo continuamente sfrattati, entro cui giustificare e concordare con la nostra necessità di essere buoni, belle persone, e sempre nel “giusto”!

5-Vivere le contraddizioni dell’amore

Non è mai perfettamente definibile se si sa amare e se siamo perfettamente innamorati, la contraddizione non è la rovina di tutto, anche nelle contrapposizioni dell’amore ci può essere tutto il bello, perchè gli alti e i bassi sono essenziali per potere dire che ci stiamo muovendo con Eros.

Le contraddizioni fanno parte della vita, mentre la stiamo vivendo, e stiamo cercando di migliorarla.  La calma piatta è invece una costruzione,  la realtà di una invenzione.

6-Non confrontiamo la parte con il tutto

Quando siamo in difficoltà, in crisi, dovremmo mettere in discussione soltanto l’elemento che crea disturbo, non  tutto il rapporto!

Eppure, nella pratica quotidiana,  succede spesso che ogni errore dell’altro ci rimanda all’errore di tutto il suo carattere, ogni scena negativa ha dietro un’altra scena negativa ancora più grande… non riusciamo a cambiare, basta qualcosa che non va come vorremmo, che diventa un pretesto di lamentele per  tutti i pregressi e per mettere insieme tutte le accuse accumulate nel tempo: si crea un copione, ogni volta recitato per intero, con le stesse parole.

Non giudicate una persona in toto, invece confrontatene gli aspetti diversi, e di volta in volta quelli che vi creano disagio; ma non emettere giudizi che  risuonano come di condanna a tutta quanta la persona  che dite di amare… ed evitate pure di contrapporvi confrontandovi e rivendicando sempre, ciascuno per sé, tutte quante  le ragioni che sempre  negate invece  al vostro partner.

Dentro la coppia, confrontarsi in toto, l’uno con l’altro, come atto che definisce e irrigidisce reciprocamente il proprio giudizio sull’altro, non va fatto, poiché  il confronto  in toto smonta il desiderio.

7-L’amore va sempre rinnovato

C’è bisogno di una motivazione passionale per sostenere questo amore, non basta l’affetto, il piacere di vedersi, scherzare, sognare. I piaceri e desideri che possono sostenere l’amore sono tantissimi; eppure, a volte l’amore finisce.

Il problema  è capire perché, quando l’amore finisce,  si rimane comunque assieme, anche soffrendo, senza intervenire e/o modificare nulla.

Altre volte ci si separa. Influisce in questo se c’è la paura della morte, di restare soli, il dispiacere che l’altro venga perso…  queste ed altre ragioni costringono le persone a stare insieme anche quando le persone non si amano più.

E’ necessario che ci sia sempre Piacere, interessi che si possono rinnovare sempre.

Qual è una cosa che potrebbe rinnovare l’amore?

Un pizzico di follia, la reciprocità di volere per lui/per lei… quel qualcosa che unisce con la forza e la gioia delle prime volte… anche se il tempo è passato.

L’amore che ci lega all’altra persona va amato e desiderato… bisogna imparare a vivere l’amore e a dedicarlo.

Questo è lo sforzo più sacro dell’uomo…  è, infine, il mezzo più alto.